Presso la sede della Fondazione Carivit la presentazione del volume
IL PASTURA – UN’ANTOLOGIA DI RESTAURI
Venerdì 16 giugno 2023 alle ore 11.00, Giuseppa Maria Fazio (già docente ICR) e Lidia Laura Rissotto (già direttrice SAF ICR) presenteranno il volume ‘Il Pastura. Un’antologia di restauri. Dalla cappella Ponziani di Santa Cecilia in Trastevere alla cappella Vitelleschi nel Duomo di Tarquinia’ a cura di Alessandra Acconci e Luisa Caporossi, rispettivamente Funzionario Storico dell’Arte della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma e Funzionario Storico dell’Arte della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale.
L’appuntamento si terrà presso la sede della Fondazione Carivit a Palazzo Brugiotti, via Cavour n.67, Viterbo.
Interverranno le curatrici, la funzionaria MIC Eleonora Leprini, i restauratori Valentina Romè e Davide Rigaglia, Valeria di Tullio del CNR e il Presidente della Fondazione Carivit, dott. Luigi Pasqualetti.
“Con grande piacere la Fondazione Carivit ha sostenuto la realizzazione della pubblicazione che presenteremo – dichiara il presidente della Fondazione Carivit Luigi Pasqualetti – con l’intento di valorizzare il patrimonio storico-artistico del nostro territorio attraverso le opere di Antonio del Massaro detto il Pastura, uno tra i più pregevoli pittori che hanno operato nella nostra provincia”.
In occasione delle celebrazioni per il Cinquecentenario della morte di Perugino la Fondazione Carivit pubblica questo volume dedicato al pittore ‘peruginesco’ Antonio del Massaro detto Pastura. Vi sono raccolti e confrontati i dati dei restauri che sono stati compiuti sotto la direzione della Soprintendenza per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale e della Soprintendenza Speciale di Roma su opere certe del pittore viterbese Pastura, come la cappella Vitelleschi a Tarquinia e le tavole di Nepi o più problematiche come la cappella Ponziani in Santa Cecilia in Trastevere a Roma che appartiene ad una prima fase di attività del pittore quando è uno dei collaboratori di Pinturicchio.
La pubblicazione fornisce così utili strumenti conoscitivi su questo artista viterbese che, attivo nel Lazio settentrionale e nell’Umbria meridionale tra l’ultimo quarto del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, restò sempre fedele al linguaggio peruginesco di cui divenne uno dei divulgatori nella Tuscia. Nonostante il suo nome compaia di frequente associato ad opere in collezioni pubbliche e private, poco si conosce della sua biografia, della sua formazione, dei suoi primi anni di attività e di quale percorso lo abbia portato a conoscere l’arte del Perugino per poi entrare tra i collaboratori del Pinturicchio a Roma.
A dare avvio a tutti gli interventi conservativi descritti nella pubblicazione è stato il cantiere che alcuni anni fa la Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia realizzò nella cappella Vitelleschi del duomo dell’antica Corneto. Il ciclo di affreschi era stato dipinto tra il 1508-1509 e fu valutato da Luca Signorelli meritevole dei 450 ducati d’oro che erano stati pattuiti nel contratto. Questo volume ne ripercorre anche la sfortunata storia conservativa che ha reso più complesse le fasi e le scelte del restauro: un incendio nel 1643 e poi una scialbatura rimossa con non troppa perizia dopo il 1874. Tale complesso lavoro di restauro, come si vedrà nei vari contributi raccolti, ha potuto giovarsi del supporto dell’infrastruttura Iperion CH (Integrated Project for the European Research Infrastructure on Culture Heritage), del CNR, del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa e del Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna.
Il volume poi raccoglie le notizie relative al restauro di altre due opere documentate e certe del pittore, le due tavole raffiguranti i santi patroni del Duomo dell’Assunta di Nepi che, come ricordato dai documenti trovati dal compianto Giorgio Felini, furono commissionate all’artista nel 1510. Tra i dipinti su tavola si dà notizia anche del restauro della tavola raffigurante una Madonna con bambino del Museo di Arte Sacra di Orte di una personalità artistica vicina al Pastura e che prende il nome proprio dal dipinto in questione, ‘Maestro della Madonna di Orte’ e tale dipinto viene messo a confronto con una seconda opera del Maestro della Madonna di Orte, appartenente alla Collezione Berenson presso Villa i Tatti di Fiesole restaurata nel 2016 all’interno della convenzione fra Harvard University e Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Confluite nel volume anche le notizie relative al recente cantiere della cappella Ponziani in Santa Cecilia in Trastevere, che ha consentito così di effettuare un percorso a ritroso nella biografia del Pastura, dalla cappella Vitelleschi dove Pastura nel primo decennio del Cinquecento è maestro affermato, alla Ponziani che dipinta intorno al 1480 lo vede ancora condividere il lavoro con gli altri collaboratori del Pintoricchio.