La Fondazione Carivit presenta il volume dedicato alla riqualificazione dell’ex mattatoio comunale di Viterbo, oggi Centro Culturale Valle Faul, riferimento per la Citta’.
Venerdì 28 aprile 2023 alle ore 17.00, sarà presentato al pubblico il volume “Il Centro Culturale Valle Faul a Viterbo – da impianto di mattazione ottocentesco a simbolo dell’archeologia industriale viterbese” a cura di Silvio Cappelli, dedicato alla riqualificazione dell’ex mattatoio comunale di Viterbo, oggi Centro culturale di riferimento della Città.
L’ appuntamento è all’ Auditorium “Aldo Perugi” del Centro Culturale Valle Faul, in via Faul 22/24 a Viterbo.
Saranno presenti il Sindaco di Viterbo, dott.ssa Chiara Frontini, il Presidente della Fondazione Carivit, dott. Luigi Pasqualetti, dott. Marco Lazzari, già Presidente dell’Ente, il Segretario generale, dott. Emanuel Fulvi e l’autore Silvio Cappelli.
La Fondazione Carivit, dopo oltre venticinque anni di lavoro con l’unico obiettivo di recuperare, ridestinare e valorizzare una delle costruzioni monumentali della Città, dalle mura medioevali bellissime, racconta il lungo iter che ha dato vita al più rilevante simbolo di archeologia industriale viterbese: il Centro Culturale Valle Faul, suddiviso per aree funzionali e dedicato allo svolgimento di attività e manifestazioni di elevato contenuto culturale, scientifico, economico, sociale e didattico.
Un recupero equilibrato – afferma il dott. Luigi Pasqualetti, Presidente della Fondazione Carivit – che ha trasformato l’ex Mattatoio in un fabbricato simbolo di Archeologia Industriale, dove la zona espositiva è accogliente, l’Auditorium “Aldo Perugi” tecnologico, lo spazio polifunzionale versatile, i laboratori pratici e multiformi e l’anfiteatro eclettico, piccolo e prezioso.
L’ autore Silvio Cappelli scrive – un edificio situato all’interno della cinta muraria medioevale di Viterbo, in una valle che all’epoca poteva essere considerata il contenitore di un vero e proprio insediamento industriale, artigianale e agricolo della città. Qui le donne e gli uomini costruirono case e opifici, coltivarono campi e orti, allacciando tra loro rapporti umani e lavorativi, spesso riempiti di amicizia fraterna, di fatica, e qualche volta anche di dolore. Nella Valle di Faul negli anni hanno convissuto persone che, tra mille difficoltà, hanno speso la loro vita per fornire a tutta la comunità viterbese l’energia prodotta dall’officina del gas, il cibo proveniente dalla macellazione delle carni, le piante da frutto e gli ortaggi prodotti dal vivaio del Consorzio Agrario Provinciale, parte del materiale edile immagazzinato in questo luogo dalla fabbrica di mattonelle situata «fuori porta Faul», i carri e altro materiale rotabile costruiti nella bottega del «facocchio». Persino i fiammiferi, in cera e in legno, fino al 1915 sono stati prodotti nella Valle di Faul all’interno della ex chiesa di Santa Croce. Per me che, da quando avevo i pantaloncini corti, ero abituato a frequentare la bottega artigiana della mia famiglia e l’intera valle in quasi tutte le sue diverse sfaccettature, apprendere che l’avvocato Aldo Perugi nel 1999, in qualità di presidente della Fondazione Carivit, aveva reso pubblica la scelta di recuperare l’ex mattatoio comunale per farne un moderno Centro Culturale, fu un grande sollievo di rinata speranza.